Testo scritto da Alessia Piovan
Kalispera è, banalmente, l’augurio che si scambiano i greci per augurarsi una "buona sera". In realtà l’etimo greco contiene due termini: kalòs ed hespera.
Hespera si riferisce al tramonto del sole, alle ore che annunciano l’avvento della sera ed è, inoltre, la personificazione del pianeta Venere nella mitologia greca. Venere è la divinità associata alla bellezza e all’amore, figura da ponte per comprendere il termine Kalòs. Kalòs in greco significa bello, ma l’ideale di bellezza e di perfezione umana, per i greci, non era pensabile e realizzazione se non associata alla virtù della bontà.
"Kalos kai agathòs" significa bello è anche buono, tipica espressione greca per indicare l’equazione assoluta dei due termini. Ciò che è bello è buono e ciò che è buono aspira alla virtù.
Kalispera è, quindi, l’augurio di ritrovare bellezza autentica, bontà genuina, una sosta di piacere all’interno della giornata per godersi quell’atmosfera serale, che ognuno di noi che ha assistito ad un tramonto conosce e di cui ha nostalgia perché più che una condizione atmosferica è uno stato d’animo, è un modo di sentire, di abitare la vita, le giornate. È un augurio a stare con sé stessi e con gli altri con piacere, cura e amore concedendosi piccoli vizi e sfizi del palato.